La trasformazione chimico/biologica dell’organico in humus
Spesso notiamo abbondanti cumuli di terra pesante e umida nelle nostre gronde. Questo fango non solo limita, spesso quasi totalmente, lo scorrere delle acque piovane che inevitabilmente tracimano a cascata, ma è anche un ottimo terreno di coltura per i semi trasportati dal vento. Ecco quindi che vediamo spuntare un rigoglioso giardino pensile dal nostro tetto; che non esattamente ricorda Babilonia!
Ma come è possibile che tutta quella terra, a volte veramente molta, sia arrivata fin oltre i nove metri di altezza? Eppure la terra non vola! Nemmeno è pensabile sia semplice polvere trasportata dall’acqua o dal vento, accumulatasi nel tempo. Ci vorrebbero secoli!
La risposta la troviamo nei processi biologici.
Le grondaie sono un perfetto ricettacolo di foglie secche, aghi di pino, piccoli rametti e spesso nidi di uccello. Tutta materia organica! Tale materia col tempo subisce un processo di marcescenza che, passando varie fasi, si trasforma in un ottimo terreno di coltura: il cosiddetto humus. In una delle fasi di trasformazione oltretutto, si produce acido, esattamente lo stesso che, con il tempo, corrode la lamiera delle gronde fino a bucarle!
“Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma” tentava di spiegarci il buon Lavoisier nel ‘700, e aveva perfettamente ragione: la sostanza organica, attraverso il processo biologico, diventa terra, o meglio, pesante fango pronto ad ospitare nuovi semi e offrire nuova vita!
Grandioso e perfetto dal punto di vista naturale, magari però… meglio se fuori dalle nostre gronde.
Quindi come possiamo evitare tutto questo? Semplice, lo scovolo salvagronde Italgam adagiato all’interno delle gronde, evitando di far passare foglie, aghi, nidi ecc. impedisce di fatto l’avvio del suddetto processo e quindi la formazione del fango.
Con lo scovolo solo l’acqua riesce a passare libera e le foglie restano fuori.